Dedicato a chi ha dovuto lasciare, contro la propria volontà.
A chi è stato messo di fronte a delle scelte, lavorative e di vita.
Dedicato a chi ha dovuto appendere le fasce al chiodo, prematuramente o dopo un lungo ed emozionante viaggio.
Dedicato a chi, nella propria carriera, è stato martoriato da sfortune interminabili e si è dovuto arrendere solo davanti all’evidenza.
Dedicato a chi soffre lontano dagli sferisteri e a chi non appena vede un pallone torna indietro di dieci, venti , trent’anni.
Dedicato a chi porta il proprio figlio al campo ed ha la stessa sua voglia di entrare in campo, se non di più e di “darci” a quel pallone.
Dedicato a chi, per infortunio o per le avversità della vita ha smesso di calcare quel terreno polveroso,perdendo per strada momenti, gioie, dolori e attimi.
Dedicato a chi, nonostante il tempo, la lontananza e l’età vede, ricorda e sogna ancora di quelle battaglie, di quelle sfide con il pallone.
Dedicato a chi, chiude gli occhi e prova ancora quella emozione e quell’entusiasmo di entrare in campo con il pugno fasciato, con il sudore sulla fronte e le ginocchia sanguinanti.
Tutto racchiuso in 10 lettere.